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Gigante.
Nell'antica lingua norrena, il nome di questa Runa significa "gigante", e così anche il termine germanico ricostruito, thurisaz.
I giganti erano noti nella mitologia dell'Europa settentrionale per la forza bruta che possedevano e spesso erano in contrasto con le luminose divinità di Asgard, anche se talvolta erano loro utili.
Lo stesso Odino era figlio di una gigantessa, Bestla.
Il Poema Runico Islandese identifica questa Runa come dannosa alle donne: è anche la Runa con cui il servo Skirnir minaccia la gigantessa Gerdhr quando viene inviato dal dio Freyr a chiederla in sposa (questo è probabilmente l'aspetto oscuro della Runa, la sua capacità di fare del male e causare perdita di sangue; nella variante anglosassone, ha il significato di "spina").
Per questa ragione, e anche per la forma grafica, è stata vista come un simbolo fallico, poichè il fallo porta via la verginità con perdita di sangue.
Nella divinazione Thurisaz può essere un avvertimento di procedere con cautela, di stare attenti prima di intraprendere un'impresa o di fare "un salto".
Nella magia è una Runa pericolosa da usare.
Può essere usata negli incantesimi di protezione, sebbene le fonti mitologiche e folkloristiche testimoniano il suo uso nelle maledizioni.
In breve, Thurisaz significa: forza reattiva, conflitto, forza diretta di distruzione e difesa.
Volontà istintuale, erotismo vitale.
Tendenza al cambiamento, fuoco purificatore, catarsi.
Sessualità maschile, potere fertilizzante.
E' anche la Runa del dio del tuono, Thor (corrispondente a Taranis fra i Celti).
Capovolta: pericolo, mancanza di difese, tradimento, mollezza, male, odio, tormento, menzogne.
Una persona negativa.
- Tratto da Le Rune di Marco Massignan -