13 - EIHWAZ.
Ei.
Albero del Tasso.


Eihwaz riflette le qualità dell’albero del Tasso europeo, indicato dal nome della Runa: si tratta di un albero che cresce alto, quasi indistruttibile, che ha un profondo significato per i popoli del Nord Europa.
Il legno di tasso veniva usato come una protezione contro il male, nonché per fabbricare archi da guerra e da caccia; era perciò un’arma solitamente usata per proteggersi a distanza dal nemico.
Ancora nel XVII secolo, i commercianti inglesi richiedevano che le stoffe provenienti dall'Oriente fossero essere avvolte in legno di tasso, così da poterlo sfruttare per la produzione di archi.
Oltre a tutto questo, però, il tasso possiede significati più profondi poichè sembra che per alcuni popoli nordici l'Albero cosmico non fosse un frassino (Yggdrasil nella tradizione scandinava), bensì un tasso.
Ciò spiegherebbe l'impiego degli degli alberi di tasso negli antichi cimiteri europei e il suo collegamento folkloristico con la morte.
Per poter raggiungere il regno ultraterreno degli dei, infatti, i defunti meritevoli dovevano compiere un viaggio risalendo l'Albero cosmico.
Eihwaz perciò può rappresentare la morte, oppure la morte spirituale e la rinascita, un concetto molto simile se non identico a quello della morte sciamanica che si ritrova presso culture siberiane, australiane e americane.
Eihwaz rappresenta inoltre la capacità di essere duri e veloci e sempre in guardia contro il "fuoco" che ci può danneggiare.
Così facendo, costruiamo una forza nel nostro profondo in modo da essere ben radicati e piantati nel terreno qualunque cosa accada.
Eihwaz ci dà l'opportunità di stare in guardia e difenderci proprio come fa l'albero di tasso.
In breve, Eihwaz significa: forza, affidabilità, fiducia, illuminazione, resistenza, difesa, protezione.
La forza che dà uno scopo e una motivazione.
Indica che hai messo gli occhi su un obiettivo ragionevole e puoi raggiungere i tuoi obiettivi.
Persona onesta di cui ci si può fidare.


Capovolta: confusione, distruzione, insoddisfazione, debolezza.


- Tratto da Le Rune di Marco Massignan -