Un antico e prezioso ricettario racconta in gravi caratteri gotici:
"... il modo di cucinare ogni tipo di carni/uccelli/pesci di qualsiasi sorte e il modo per fare sapori torte/pasticci al modo di tutte le province e molte altre gentilezze..."
All'epoca dev'essero stato considerato una specie di enciclopedia del mangiar bene.
Quando il ricettario fu compilato correva l'anno 1518 e il suo autore, un celebrato cuoco di non provata origine francese, pensava in buona fede che tutto, ma proprio tutto, l'immaginabile fosse
stato utilizzato in cucina e a tavola.
Non poteva sapere che di lì a poco sarebbe arrivata in Europa una piccola pianta con le radici dorate di un tubero prodigioso: la patata.
E meno che mai la sua esperienza di grande maitre de cuisine gli avrebbe consentito di fantasticare sule squisitezze che quel tubero avrebbe suggerito ai cuochi suoi posteri.
Meriterebbero l'Oscar della flessibilità: vanno bene per le minestre e per i piatti di mezzo, sono insostituibili come contorno e hanno un'incredibile vocazione per i dolci.
L'amica americana
La patata ha una storia molto lunga e viene dal continente americano, in particolare dal Centro e Sud America.
E' stata portata in Europa a metà del Cinquecento dai colonizzatori spagnoli che occuparono quelle terre e ne carpirono i segreti, spesso senza capirli fino in fondo.
Così, come per il pomodoro, che per anni u considerato solo una pianta ornamentale un po' tossica, anche per la patata l'attenzione si focalizzò in un primo momento sulle foglie, ignorando
l'unica parte commestibile: la radice o tubero.
Pian piano l'uso si è diffuso, complice anche la terribile carestia della metà del Seicento in Irlanda, che la consacrò alimento nutriente e poco costoso per eccellenza.
Buona per ogni uso
La patata può tranquillamente candidarsi all'Oscar della flessibilità.
Va bene per preparare antipasti, entra prepotentemente nelle minestre - asciutte o in brodo che siano - è componente di rilievo di pasticci e piatti dimezzo, oltre ad accompagnare come contorno
qualsiasi piatto di pesce o di carne: senza dimenticare la sua innegabile vocazione anche per dolci.
Le patate si dividono essenzialmente in due tipi: a pasta bianca e a pasta gialla.
Le prime vanno bene per preparare il purè, per essere grattugiate, schiacciate o servite bollite.
Lessatele con la buccia, dopo averle spazzolate e lavate, pelatele solo dopo, ancora calde, per non disperderne vitamine e valori nutritivi.
Quelle a pasta gialla si cucinano fritte, arrosto o in frittata.
Le patate fritte, richiedono una precisa procedura.
Dopo averle tagliate a bastoncino, a fiammifero o sottili come ostie, scaldate l'olio a 150°, versatele e friggete per 8 minuti; e cuocete per 10 minuti.
Fate sgocciolare su un foglio di carta e salate alla fine.
Ci sono poi anche le patte novelle, quelle colte prima della completa maturazione, con dimensioni decisamente più piccole e una pelle molto leggera: per eliminarla infatti basta strofinarle
energicamente con uno straccio.
Sono adatte essenzialmente per essere cotte arrosto in tegame o in forno per accompagnare un arrosto di carne o di pollame.
Monsieur Parmentier
Si deve all'agronomo francese Antoine-Augustin Parmentier (1737-1813), se la patata è oggi uno degli alimenti base in molti paesi e il principale alimento dei popoli del nord europeo.
Fu lui a sperimentare metodi di coltura intensiva della patata e a studiarne a fondo i valori alimentari.
Un omaggio alla sua figura di studioso è l'ormai famos minestra o crema Parmentier, dedicatagli dai maestri della cucina francese.
Evviva gli gnocchi
Uno dei piatti più significativi della gastronomia italiana è costituito senza dubbio dagli gnocchi.
Facili da preparare, adatta a mille soluzioni, gustosi da mangiare.
Basta mescolare 1 kg. di patate, lessate e passate nello schiacciapatate, con circa 250 gr. di farina: e quantità come sempre sono indicative e dipendono essenzialmente dalla capacità di
assorbimento della patata.
State quindi pronti d aggiungere ancora un po' di farina per dare maggior consistenza all'impasto.
Lavorate con le mani ricavando dei cordoncini lunghi e grossi come un dito, tagliateli a pezzetti e avrete gli gnocchi.
Se volete poi, il tocco finale, potete passarli sui rebbi della forchetta o sulla superficie della grattugia per disegnarli, ma in realtà non ce n'è bisogno.
Lessateli tuffandoli in acqua bollente salata e scolateli con in mestolo forato, man mano che salgano a galla.
Non aspettate, altrimenti si disferanno.
E conditeli come volete, secondo i vostri gusti.
La ricetta di Pepe Carvalho
L'investigatore Pepe Carvalho, personaggio ideato dallo scrittore gastronomico catalano Manuel Vàsquez Montalban, intreccia le sue storie poliziesche con continui riferimenti a piatti tipici
spagnoli e della cucina internazionale.
Nel libro I mari del sud, conversa con il suo segretario Biscuter che gli ha preparato le patate alla riojana (Rioja è una zona della Spagna).
"Gliele scaldo in un attimo, capo. Sembrano purè. Va bene che si disfino, ma non in questo punto. I salamini sono un burro, si sciolgono in boca. Ho cercato di non esagerare con il peperoncino
come altre volte..."
"Buonissimo, Biscuter!"
"Si fa quel che si può, capo..."
Ed ecco la ricetta:
Sbucciate e tagliate a tocchi 1 kg di patate.
Tagliate 300 gr. di salame piccante della Rioja (per noi va bene la salsiccia secca napoletana) a grosse fette e friggetele con olio, poi mettetele da parte.
Nell'olio friggete 1/2 kg. di cipolle tritate e quando saranno dorate unite 1/2 kg. di pomodori.
Aggiungete le patate, stufate e quasi subito fate lo stesso con il salame, 3 peperoni arrostiti e tagliati a listerelle e un pizzico di peperoncino.
Mettete due grosse tazze da brodo, salate e fate bollite poco a poco finchè le patate non saranno morbide.
Se necessario aggiungete altro brodo, ma le patate non devono risultare brodose.
Non male come ricette, forse un tantino pesante... ma sicuramente da provare.
Patate dolci dal Brasile
Jorge Amado, il famoso scrittore brasiliano, autore fra l'altro di Donna Flor e i suoi due mariti e di Gabriella, garofano e cannella, spesso parla di cibo nei suoi
romanzi.
Non possono mancare quindi riferimenti alla patate dolci, cugine di quelle che di solito usiamo noi.
In Santa Barbara dei fulmini dice:
"Danilo andva matto per le patate dolci, ma Adalgisa le cucinava ogni tanto: provocano borborigmi (flautolenza)".
Ed ecco la sua ricetta:
Lavate 1 kg. di patate dolci, mettetele con la buccia in una pentola, coperte d'acqua, e aggingete il sale.
Fatele cuocere per una decina di minuti o fino a che, infilando una forchetta, risultino tenere.
Toglietele dal fuoco e sbucciatele.
Servitele calde con burro o miele di canna da zucchero.
I mangiatori di patate
Vincent Van Gogh (1853-1890), il celebre pittore olandese, tra i suoi numerosi capolavori ha dipinto I mangiatori di patate, un quadro che nasce da una serie di studi che in quel tempo
(1885) il pittore stava realizzando per analizzare la forna delle teste dei contadini.
Van Gogh vi raffigura una famiglia attorno a un tavolo vicino al focolare, intenta a dividersi un unico piatto, posto al centro della tavola, pieno di patate tagliate a pezzi.
Una lampada sospesa illumina la scena essenziale e povera.
- Tratto da InTavola -