ll Corvo.
Nei giorni lontani, quando la terra e la gente su di essa erano state create da poco, tutti i corvi erano bianchi come la
neve.
In quei tempi antichi la gente non aveva né cavalli, né armi da fuoco, né armi di ferro.
Tuttavia si procurava cibo a sufficienza per sopravvivere cacciando il bisonte.
Ma cacciare i grossi bisonti a piedi con armi che avevano punte in pietra era difficile e pericoloso.
I corvi rendevano le cose ancora più difficili per i cacciatori perché erano amici dei bisonti.
Librati alti nell'aria, vedevano tutto quello che succedeva nella prateria.
Ogni volta che notavano dei cacciatori avvicinarsi ad una mandria di bisonti, volavano dai loro amici e, appollaiati tra le loro corna, davano l'allarme:
« Cra, cra, cra, cugini, stanno venendo dei cacciatori. Stanno avanzando furtivamente attraverso quella gola laggiù. Stanno salendo dietro quella collina. State attenti! Cra, cra, cra! »
Allora, i bisonti fuggivano in disordine, e la gente pativa la fame.
La gente tenne un consiglio per decidere che cosa fare.
Ebbene, tra i corvi ce n'era uno veramente enorme, due volte più grosso di tutti gli altri.
Quel corvo era la loro guida.
Un vecchio e saggio capo si alzò e diede questo suggerimento:
« Dobbiamo catturare il grosso corvo bianco », disse, « e dargli una lezione. O farlo o continuare a patire la fame ».
Portò fuori una grande pelle di bisonte, con la testa e le corna ancora attaccate.
La mise sulla schiena di un giovane coraggioso, e disse:
« Nipote, vai tra i bisonti. Penseranno che tu sia uno di loro, e potrai catturare il grosso corvo bianco ».
Travestitoto da bisonte, il giovane strisciò tra la mandria come se stesse pascolando.
Le grosse bestie pelose non gli prestarono alcuna attenzione.
Allora i cacciatori uscirono dall'accampamento dietro di lui, con gli archi pronti.
Come si avvicinarono alla mandria, i corvi arrivarono volando, come al solito, dando l'allarme ai bisonti:
« Cra, cra, cra, cugini, i cacciatori arrivano per uccidervi. Fate attenzione alle loro frecce. Cra, cra, cra! »
e come al solito tutti i bisonti fuggirono via in disordine: tutti, cioè, eccetto il giovane cacciatore camuffato sotto la sua pelle pelosa, il quale faceva finta di continuare a pascolare come
prima.
Allora il grosso corvo bianco venne giù planando, si appollaiò sulle spalle del cacciatore e sbattendo le ali disse:
« Cra, cra, cra, fratello, sei sordo? I cacciatori sono vicini, appena sopra la collina. Mettiti in salvo! ».
Ma il giovane coraggioso si allungò da sotto la pelle di bisonte ed afferrò il corvo per le zampe.
Con una corda di pelle grezza legò le zampe del grosso uccello ed allacciò l'altro capo ad una pietra.
Per quanto si dibattesse, il corvo non poté fuggire.
La gente sedette nuovamente in consiglio.
« Cosa ne dovremo fare di questo grosso uccello cattivo, che ci ha fatto soffrire cento volte la fame? ».
« Lo brucerò all'istante! »
rispose un cacciatore arrabbiato, e prima che qualcuno potesse fermarlo, tirò via con uno strattone il corvo dalle mani di quello che l'aveva catturato e lo ficcò nel fuoco del consiglio, corda,
pietra e tutto quanto.
« Questo ti servirà da lezione », disse.
Naturalmente, la corda che teneva la pietra bruciò quasi subito, ed il grosso corvo riuscì a volar via dal fuoco.
Ma era bruciacchiato, ed alcune delle sue penne erano carbonizzate.
Benché fosse ancora grosso, non era più bianco.
« Cra, cra, cra », gridò, volando via più velocemente che poté. « Non lo farò mai più; non darò più l'allarme ai bisonti, e così farà tutta la nazione dei Corvi. Lo prometto! Cra, cra, cra
».
Così il corvo fuggì. Ma da allora tutti i corvi furono neri.
Raccontata da Buon Buffalo Bianco a Winner, Riserva Indiana di Rosebud, Sud Dakota, 1964. Registrata da Richard Erdoes.
FONTE : Miti e leggende degli indiani d'america