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La magia delle Pietre


C'è chi sceglie la propria gemma dalla quale non si separa mai per tutta la vita. 
La sceglie per istinto, per il segno zodiacale o per le proprietà energetiche. 
La tiene tra le mani, ne sente l'energia, chiede e riceve risposta. 
Comprendiamo in questo modo qualcosa di apparentemente impossibile: anche le pietre sono in grado di rispondere...
 


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Siano esse vere o solo frutto di leggende, le gemme hanno sempre affascinato l'uomo che le ricercava non solo per arricchiersi, ma anche per acquisire la magia e i poteri occulti della pietra stessa. 

La più famosa in ambito alchemico è certamente la pietra filosofale o tavola smeraldina, sulla quale è inciso il sapere del mondo scritto con una punta di diamante da Ermete Trismegisto. 
Spesso è associata al sacro Graal: Wolfram Von Eschenbach nel suo "Parzival" narra del Graal come di "una pietra del genere più puro chiamata lapis exillis (Se un uomo continuasse a guardare la pietra per duecento anni, il suo aspetto, non cambierebbe, forse solo i suoi capelli diventerebbero grigi". 


E infatti l'autore parla del sacro calice come di una pietra che solo il cavaliere più giovane della compagnia arturiana Parsifal, avrebbe avuto l'onore di vedere. 
Si tratta di una vicenda che può far pensare ad una narrazione di fantasia. 
Chi la considera una storia vera afferma che Eschenbach a avrebbe redatta basandosi su fonti storiche, tra cui gli scritti di Flegetanis, un autore arabo che definì il Graal come una pietra. 
Il termine calice sarebbe invece più moderno. 
Quando fu ritrovato il Sacro Catino di Genova, per il suo colore verde si pensò fosse di smeraldo (in realtà è di vetro) e si trattasse de Graal, perchè rispetto agli altri è 'unico a non essere un calice. 
Allo smeraldo viene attribuito il potere della vista, avendo la virtù di curarla e di "far vedere lontano". 
Naturalmente si parla non solo della vista degli occhi, ma soprattutto di quella della mente. 
Di cosa era fatta la bacchetta di mago Merlino? 
Diremmo di legno, ma ciò non è corretto, in quanto sarebbe materiale troppo povero. 
Alcune tradizioni narrano che la sua bacchetta, e quella di altri maghi, fosse invece di tormalina, una pietra di svariati colori e dai poteri sorprendenti. 
Questo perchè, quando fu scoperta gli venne subito attribuito un valore magico: se strofinata è infatti in grado di elettrizzarsi, attirando alcune polveri tra cui le ceneri. 
Una proprietà fisica indagata dalla scienziato D. Brewster, che gli attribuì il nome di piroelettricità. 
La bacchetta di tormalina era così in grado di sorprendere chiunque, muovendo a distanza le polveri e dando l'impressione che spiriti e aria fossero al suo comando. 


Si chiama bufonius lapis ed è tra le pietre magiche più famose al mondo, nonostante non esista in natura. 
Secondo le narrazioni è molta piccola,, della grandezza di una nocciola, e si presumeva crescesse sulla testa dei rospi. 


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Desiderata dagli uomini potenti per le sue virtù magiche, veniva venduta dalle streghe a caro prezzo. 
Era in grado di trasudare alla presenza di veleni e se strofinata poteva guarire da qualsiasi malattia. 
Forse proprio per questo ci sono pervenute antiche leggende sui benefici ottenuti strofinando la testa del rospo, o sul leccarne il dorso per avere effetti allucinogeni. 
Le stesse streghe erano spesso accompagnate da rospi, considerati incarnazione dei demoni, che sicuramente elargivano la bufonius alla loro compagna. 

Il suo è un blu intenso, ancora di più del lapislazzulo 


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Lapislazzulo


e per questo nel passato veniva confuso con questa pietra. 
E' lo zaffiro e il suo segreto è nelle stelle: una varietà dal nome di asteria presenta proprio una stella a sei punte bianca e lucente nel mezzo, come se fosse un astro caduto dal cielo .


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Asteria


Portarla con sè era come avere una stella del firmamento, e sotto la sua protezione era possibile seguire sempre la strada giusta. 
Dopotutto anticamente si cercava la stella polare per trovare la via. 
L'asteria rappresentava il terzo occhio, in grado di vedere oltre e apparenze.