E' un'erba molto nota al popolo che la chiama Soleggiola.
Rumex acetosa, della famiglia delle Poligonacee.
E' un'erba perenne alta fino a 5-6 metri, con radice a fittone, fusto eretto, scanalato, foglie sagittate e fiori piccolissimi.
E' assai comune nei pascoli e nelle praterie di tutta l'Europa, e si coltiva anche negli orti per condimento, dato quel suo caratteristico sapore acidulo, dovuto all'ossalato acido di potassio
che contiene e da cui deriva il suo nome.
L'Acetosella Oxalis acetosella va ben distinta dall'Acetosa Rumex acetosa, anche se in medicina trova applicazioni analoghe a scopo di febbrifugo e
diuretico.
Le foglie, raccolte al momento della fioritura e ben seccate, trovano ottimo impiego in terapeutica per la loro ricchezza di vitamina C ed è anche per altri principi attivi del gruppo della
emodina.
Sono controindicate alle persone con disposizione alla calcolosi.
A dosi eccessive può provocare pericolosi avvelenamenti, particolarmente se trattasi di succo fresco.
In medicina vengono impiegate le foglie, il succo e la radice come febbrifughi e calmanti; in passato si adoperavano i semi come cordiale.
Ai primi accessi di febbre si somministrano 150 gr. di succo.
Si adopera pure come rinfrescante e diuretico in limonate, molto efficaci nel favorire l'emissione di urina e nel rilasciare il ventre.
La limonata di Acetosella è utilissima negli imbarazzi di stomaco e in tutte le infezioni intestinali.
Si prende a tazze addolcita con zucchero.
Occorre però non abusarne appunto per il contenuto di ossalato di potassio che produce renella sossalica o ossaluria.
Applicata esternamente l'acetosella risolve gli ascessi freddi; masticata calma la sete e risana le infiammazioni della bocca.
Il decotto - come pure l'infuso - si ottiene con 50-60 gr. di radice o di foglie secche in 1 litro d'acqua, da utilizzarsi a tazzine durante la giornata, sempre a scopo diuretico e
antiscorbutico.
Un ottimo sciroppo si ottiene con il succo di Acetosa appena spremuto e zucchero; si prende a cucchiaini come febbribugo e decongestionante.
Non è raro che gli stessi medici prescrivano l'uso delle foglie di Acetosa nella preparazione del brodo per i malati di febbri infiammatorie.
Si può consumare, sempre a scopo terapeutico, anche cruda in insalata o cotta nelle preparazione di zuppe.
L'avvelenamento, per dosi eccessive, si manifesta con vomito e alterazione del ritmo cardiaco: si interviene con lassativi, diuretici, acqua di calce, cardiotonici e abbondanti immissioni di
liquido fisiologico nell'organismo.
In commercio è conosciuto anche un detersivo a base di Acetosa particolarmente adatto a togliere le macchie di inchiostro sia su carta che su biancheria.